PROBLEMI “DA SEPARAZIONE”

CUCCIOLI, SMART WORKING E “ANSIA DA SEPARAZIONE

“Una porta si chiude, le chiavi girano nella serratura. Mi sveglio di colpo. Nell’aria c’è ancora l’aroma del caffè, tutto però è silenzioso, troppo. Nessuna voce, nemmeno la tv accesa .Un pensiero mi corre nella testa e presto diventa realtà. Sono solo, mi hanno abbandonato, la mia famiglia ha deciso che ero inutile ed è andata via senza di me. Ora morirò, ne sono sicuro. Ho paura, tanta. Provo ad abbaiare, nulla, nessuna risposta. Riprovo con più insistenza, magari mi sentiranno e torneranno.”

Così potrebbero essere i pensieri umanizzati di Poldo, un cucciolo di 8 mesi. E’ nato in canile, poi circa 5 mesi fa la famiglia Rossi l’ha accolto in casa loro. Sono stati giorni bellissimi, sempre insieme, ogni ora del giorno. “Sarà così per sempre” avrà pensato Poldo. Ma una mattina si è svegliato, non c’è nessuno. Lo smart working è finito, Giulia e Marco sono tornati a lavorare in ufficio, Riccardo è a scuola.

Ebbene si, si tratta di quello che viene comunemente chiamato “ansia da separazione”, in realtà il gergo tecnico ,in questo caso, è PROBLEMA DA SEPARAZIONE CAUSATO DA IPERATTACAMENTO PRIMARIO (ndr sotto la voce “ansia da separazione” vengono comunemente fatti confluire molteplici comportamenti, spesso assimilabili all’ansia, ma che non hanno nulla di “medico”; in questo articolo si parla in modo molto generale per far comprendere meglio la problematica)

Il cane è un animale sociale, in natura vivrebbe in branco. E’ del tutto normale che quindi non ami stare da solo. Un cucciolo,in un contesto naturale e in base alla razza e alla taglia vivrebbe con la madre e i fratelli un periodo di tempo compreso tra i sei mesi e l’anno circa , dopodiché la madre taglierebbe ogni tipo di rapporto con il figlio dando inizio all’età adulta.

Nel caso invece, molto più reale, che il cucciolo venga adottato a due/tre mesi, non avendo più figure di riferimento, si attaccherà con tutto se stesso ai nuovi proprietari vedendoli come madre e fratelli. Fino a qui va tutto bene, ma se il nostro amato cucciolo non ha una giusta fase di distacco anche da noi umani , allora ,molto probabilmente, ci saranno problemi nel futuro

DODO è sempre stato bravissimo, facciamo sempre tutto insieme, l’ho lasciato a casa un’ora da solo, cosa vuoi che sia?

Al rientro la proprietaria ha scoperto che il divano aveva l’intelaiatura in legno e i vigili la stavano aspettando sulla porta dopo essere stati chiamati dai vicini esasperati dal continui lamenti e abbai.

Questi sono solo alcuni esempi di come il cane esprimerà il suo disagio, in alcuni casi il cucciolo potrà anche cospargere la casa di cacca e pipì, distruggere oggetti che solitamente sono del proprietario e nei casi più estremi auto lesionarsi leccandosi e mordendosi.

Come lo risolvo?

E’ un comportamento problematico che crea molti problemi e rende difficile la convivenza rendendo il cane insicuro e il proprietario disperato. In questi casi è meglio affidarsi a un professionista cinofilo qualificato ed evitare le soluzioni fai da te o dette dall’amico di turno che ha visto un video su YouTube.

Sicuramente il consiglio che possiamo dare è quello di non punire il cucciolo quando si rincasa perché, oltre ad essere inutile, sarà passato troppo tempo dal misfatto e non servirà ad altro che a stressarlo ancora di più e il problema continuerà a ripresentarsi ogni volta che resterà solo (ndr oltre al fatto che è profondamente sbagliato punire un cane per uno stato d’animo non controllabile con la ragione).

Che bello finalmente lavoro da casa e posso prendermi un cucciolo !

Prima di tutto ricordiamoci che lo smart working potrebbe non durare per sempre mentre un cane è un essere vivente che richiederà il nostro tempo e impegno per parecchi anni.

Possiamo fin da subito adottare alcuni accorgimenti che renderanno il nostro rapporto con lui più forte e meno stressante.

Abituiamolo fin da subito a stare da solo, inizialmente bastano anche solo pochi minuti, deve capire che anche senza di noi non gli capiterà nulla di terrificante (rendiamo l’ambiente domestico un luogo sicuro e piacevole dove stare, indipendentemente dalla compagnia).

Ad esempio, quando usciamo di casa, non salutiamo Bobbi come se fosse un addio, facendogli mille carezze e vocine ma limitiamoci a uscire come se fosse la cosa più normale del mondo.

La parola d’ordine è coerenza, ogni membro della famiglia dovrebbe adottare lo stesso atteggiamento e comportamento nei confronti del nuovo arrivato, solo così potrà diventare un cane felice, sicuro e consapevole della sua posizione nel mondo.

“Crescere un cucciolo è una delle esperienze più belle che ci siano” giustissimo,aggiungerei solo se siamo consci che dovremo dedicargli molto tempo e energie. Altrimenti il passo da sogno a incubo sarà molto breve.

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by DIEGO BRACCOEducatore Cinofilo ORMA DI MAYA a.s.d.

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